Diaspro e Lazzarini: “Upipa e Barelli condividono l’idea di un corso da 68 ore per sostituire le scuole Oss che ne chiedono 1.400; personale che avrà mansioni analoghe e stipendio inferiore; minore preparazione e conseguente calo dei servizi agli anziani”.
Mancano gli Oss e si inventano figure intermedie che però, facendo un corso di 68 ore, non possono certo avere la professionalità di chi completa le 1.400 ore di studio e pratica previste nei due anni di scuola per Operatore Socio Sanitario. Il riferimento è all’avvio del corso per Ausiliari promosso dall’Opera Armida Barelli di Rovereto in collaborazione col Servizio ricerca, formazione e sviluppo di Upipa.
Sembra – spiegano il segretario generale Fp Cgil Luigi Diaspro e il referente del settore Alessandro Lazzarini – che invece di incentivare la professionalità e la preparazione dei lavoratori delle Rsa si voglia solo riempire dei buchi. Gli Oss non si possono sostituire con lavoratori meno preparati: al contrario serve implementare le scuole e dare più appeal alla professione.
Con questo corso si avalla, infatti, l’idea che vadano bene persone meno formate: chi frequenta i corsi per Oss affronta due anni di studio per potersi occupare degli anziani a trecentosessanta gradi. Si imparano non solo la movimentazione dei carichi, ma anche le problematiche psichiatriche, le disabilità, l’approccio, i bisogni nel mantenimento delle capacità residue, l’assistenza alle patologie gravi, il riconoscimento di segni e sintomi di problematiche che stanno insorgendo e molto altro. «Bisogna rendersi conto che il lavoro in Rsa è diventato negli ultimi anni ancora più complesso e ha bisogno sempre più di grande professionalità».
Con questo corso si avrà un rapido abbassamento della qualità dei servizi, peraltro già in atto.
Sappiamo che gli ausiliari stanno già sostituendo gli Oss mancanti sul territorio. Ma il ragionamento di Upipa è sbagliato: il corso diventerà un alibi per le Rsa. Questo è il messaggio che vogliono dare ai datori di lavoro: bastano 68 ore per occuparsi dei nostri anziani. Al contrario: gli Oss sono la base della vita degli utenti in Rsa, quelli che con loro passano la maggior parte del tempo. Non si può pensare di introdurre personale poco preparato, che di fronte a patologie importanti non riuscirebbe a riconoscerne i sintomi o non potrebbe mettere in campo tutte le conoscenze necessarie.
Anziché promuovere soluzioni tampone e sbagliate come questa, bisogna implementare le scuole e incentivare più persone a frequentare i corsi Oss, quelli veri. Ultimo, ma altrettanto importante: chi, inquadrato come Ausiliario, farà le stesse mansioni degli Oss avrà riconoscimento giuridico ed economico inferiore: cosa ulteriormente inaccettabile. Chiediamo a Upipa di sospendere le iniziative in atto e chiediamo immediata convocazione all’assessorato provinciale per le politiche sociali, per opportuna informazione.