La pubblicazione della graduatoria definitiva del part-time temporaneo in Sanità, che conferma il part time ai già aventi diritto e ne istituisce di nuovi per il 2023, è una prima vittoria per le richieste della Funzione pubblica Cgil. «Si aggiungono 400 part – time per un totale di 1.023 posti, che corrispondono al 79% delle richieste. Arriva quindi una risposta certa e concreta per almeno una parte di lavoratori che, da molti mesi, avevano fatto richiesta – commentano Luigi Diaspro, Gianna Colle e Marco Cont – un primo passo di cui siamo soddisfatti: positivo anche se si è dovuto attendere fino a fine dicembre».
La Fp Cgil ha sottoscritto oggi un accordo che prescinde dall’intesa politica citata nelle premesse: intesa che il sindacato non ha sottoscritto perché insufficiente ad affrontare le questioni della Sanità trentina. «Il tema del part time è stato oggetto di iniziative della Fp Cgil ben prima e a prescindere da questo protocollo e, quindi, l’esito di oggi è frutto del confronto collettivo che ci ha visti impegnati in prima linea. Ribadiamo inoltre la necessità e l’opportunità della costituzione immediata di un tavolo tecnico in Azienza sanitaria, per definire i criteri per l’attribuzione dei part time, affinché non si pongano in contrasto i bisogni assistenziali dei titolari della Legge 104 con quelli di cura famigliare».
La questione del part-time non riguarda solo i professionisti del comparto (sanitari, amministrativi, tecnici, ecc) ma anche i dirigenti medici e necessita di una revisione generale, allineata alle molteplici esigenze di conciliazione vita – lavoro. «Gli accordi collettivi e decentrati sul tema sono ampiamente superati dalle nuove condizioni di lavoro e dalle nuove esigenze aziendali; inoltre non si tiene conto delle mutate esigenze famigliari tra cui, ad esempio, quelle delle famiglie omo-genitoriali o “ricomposte”».
L’Azienda sanitaria, in attesa di rivedere in toto il part-time, ha proposto un accordo ponte per il 2023: in deroga agli accordi sindacali obsoleti, utilizzerà l’ulteriore quota dell’8% del part-time che, attualmente, non poteva essere assegnato. Noi proponiamo di separare la graduatoria, attualmente unica: è fondamentale creare due elenchi, uno per la tutela della maternità e l’accudimento dei figli e uno per persone con disabilità o per chi le assiste, altrimenti chi ha esigenze di accudimento dei figli risulta inevitabilmente penalizzato.
Va inoltre ampliato il ricorso a soluzioni che, anche se parzialmente, possano dare respiro ad alcuni dipendenti. Parliamo di smart-working, telelavoro e sistemi misti che potrebbero addirittura liberare quote di part-time. L’evoluzione del lavoro e delle professioni, anche sanitarie, ha generato un aumento della parte burocratica, che potrebbe essere svolta in buona parte anche da remoto.
Chiediamo all’Azienda sanitaria di non limitarsi alla gestione ordinaria di situazioni straordinarie ma di affrontare, insieme a noi, prospettive e modalità di lavoro innovative e condivise per trattenere il personale rendere professionalmente più attrattivo il sistema».