Parla il segretario generale della Fp Cgil del Trentino Luigi Diaspro
Continua l’indifferenza di Fugatti nei confronti del personale sanitario: dopo la delibera del 15 ottobre con cui la giunta ha deliberato l’aumento del 27% dell’indennità di esclusività per dirigenza medica, veterinaria e sanitaria – come previsto dalla legge di bilancio nazionale – con uno stanziamento di 4.500.000 di euro, assistiamo ora all’aumento di 20.000 euro l’anno del compenso del nuovo direttore generale dell’Azienda Sanitaria, che passerà quindi dagli attuali 165.000 a 185.000 Euro.
Si tratta di misure doverose (la prima) e probabilmente ragionevoli (la seconda) che tuttavia marcano sempre più la distanza tra vertici e resto del personale. Anche perché, insieme all’aumento del 27% dell’indennità per i medici, lo Stato nella stessa legge di bilancio ha stanziato 435 milioni per l’indennità di specificità per infermieri e altre professioni sanitarie e per gli oss, mentre di analoga indennità non c’è traccia nella delibera di giunta. Quindi si tratta di scelte ben precise che si caratterizzano per il parziale adeguamento all’impianto nazionale che, guarda caso, vanno a sfavore del personale del comparto.
Come pensa la giunta provinciale di uscire da una crisi ben lungi dall’essere risolta senza tenere insieme tutti, a partire dal comparto più colpito dalla pandemia, e continuare con scelte divisive oltre che miopi?
Oggi il sistema sanitario è di nuovo sotto pressione per l’acuirsi della fase pandemica, sono di nuovo in allestimento i reparti Covid nei vari ospedali trentini e sono di nuovo a rischio gli interventi programmati e urgenti, ci sono poi da assicurare tamponi e terze dosi: tutto sulle spalle di personale medico, infermieristico, amministrativo, operaio e tecnico sempre più in carenza, sempre più stressato e demotivato da un’emergenza senza fine.
Non pervengono notizie per un piano straordinario di assunzioni, per stabilizzazioni, per prospettive di valorizzazione di questo personale che sta facendo sacrifici enormi e letteralmente non ce la fa più.
Vogliamo aggiungere il capolavoro che si sta compiendo con il Ddl di stabilità per il 2022 con cui si pretende addirittura di non riconoscere il rinnovo contrattuale del triennio 2019/2021 a questo stesso personale, insieme a quello delle case di risposo, della scuola e delle strutture tecniche e amministrative di Provincia e Comuni? Anche qui, al contrario di quanto stanno facendo lo Stato e le altre Regioni e Province autonome?
Cogliamo l’ennesima provocazione e, peggio, l’intenzione di Fugatti di mortificare scientemente il pubblico impiego Trentino.