Polemica sulla trasferta in Danimarca della delegazione delle Strutture Rsa trentine

La polemica sulla trasferta in Danimarca della delegazione delle Strutture Rsa trentine dal costo di 45.000 euro s’impone inevitabilmente nel momento in cui, contestualmente, si aumentano le tariffe a carico della famiglie.

Tuttavia affinché non si risolva il tutto, appunto, in ulteriore fatto polemico, sarebbe il caso di aprire una volte per tutte una discussione seria sul futuro delle Apsp trentine, un modello pubblico invidiato a livello nazionale che arranca e rischia di arretrare di fronte all’aumento delle richieste d’accesso e delle liste d’attesa, alla carenza e alla contesa di personale con l’Azienda Sanitaria, alle difficoltà di bilancio per le quali si chiedono interventi alla PAT e/o si aumentano le rette, con impatto inesorabile sulle tasche delle famiglie già alle prese con aumenti di bollette e caro vita.

Per dire: 40 Consigli di amministrazione non sono troppi, costosi e non strettamente necessari? Non sarebbe il tempo di un tavolo di confronto sui vari sistemi di gestione delle Apsp, per valutarne una possibile ottimizzazione per ambiti territoriali, leggi Comunità di Valle? Di condividere con tutti i soggetti aventi titolo, tra cui il Sindacato rappresentativo del personale, analisi e proposte per migliorare il sistema delle Apsp trentine e garantirne la tenuta, a partire dal tema della carenza di personale?

Trasferte danesi a parte, con delegazioni più o meno pletoriche, sarebbe prioritario perseguire unitariamente l’elaborazione di una proposta mettendo al centro i bisogni delle comunità, l’obiettivo primario della garanzia e della qualità dell’assistenza, il rapporto con il terzo settore, i territori e il volontariato. A cominciare dal processo di omogeneizzazione dei trattamenti normo-retributivi del personale delle Apsp con quello della Sanità, nel solco del percorso già avviato negli anni scorsi,

stanziando le risorse necessarie per valorizzare il personale presente (Ordinamento Professionale e Sistema Indennitario) e per assumerne di nuovo in relazione agli accresciuti bisogni della nostra popolazione anziana. Magari rinnovando i contratti pubblici coi fatti e non a chiacchiere.

Di questo dovrebbe farsi carico il neo Assessore Tonina che si è mostrato – sin dai suoi primi interventi pubblici – molto attento alle difficoltà del nostro sistema socio sanitario, alla necessità di ascoltare (e poi di decidere).

Ecco, il Sindacato ad oggi, dopo gli Ordini Professionali, le Consulte e i vertici delle varie amministrazioni, manca ancora all’appello.

Luigi Diaspro – Segretario Generale della Fp Cgil del Trentino