Col Mdps telefonate in attesa anche per 3 minuti

La Funzione pubblica Cgil, con Gianna Colle e Marco Cont, lancia l’allarme per la Centrale emergenza sanitaria del Trentino. In sintesi: il Medical priority dispatch system (Mpds) è ispirato a procedure nate negli Stati Uniti e prevede la presenza di un operatore che prende la chiamata (call taker) e di un secondo operatore che attiva i soccorsi (call dispstcher). In Trentino le due cose le deve fare un operatore solo, a meno che non ci sia un collega libero, al tavolo di fianco, pronto a dare una mano.

Partiamo dalla frase dell’assessora Segnana: «Da notare che l’intervista telefonica e l’invio dei mezzi di soccorso può essere svolta da operatori diversi, quindi il prolungamento della telefonata non corrisponde ad un ritardo di invio». Bene, spiega la Fp Cgil, ma in Trentino bisogna affidarsi alla fortuna e sperare che ci sia un collega libero? Teniamo conto che la procedura fa allungare i tempi delle telefonate e quindi capita che tutti siano impegnati contemporaneamente al telefono.

Sistema calibrato sui "laici"

Il Mdps nasce per tutelare, anche legalmente, gli operatori laici, ovvero non sanitari che dunque non hanno la professionalità per giudicare la situazione e prendersi, eventualmente, anche delle responsabilità. Al momento alla Centrale sanitaria sono in servizio solo infermieri – e c’è da sperare che sia sempre così e con dipendenti pubblici, non privati! – che però sono tenuti a comportarsi da laici. Se non lo fanno, il sistema li segnalerà come inadempienti, con tutte le conseguenze del caso. È anche per questo che chiediamo un incontro all’assessore e all’Azienda sanitaria: per tutelare gli infermieri e anche per evitare che la loro professionalità venga mortificata.

Altro problema: il sistema “americano”, essendo calibrato sui laici, è molto più prudenziale nel valutare la gravità degli interventi e tende ad attribuire più codici rossi. Questo significa invio più frequente di ambulanze, che dunque scarseggiano. Pensiamo soprattutto alle giornate più intense: quelle dei fine settimana di alta stagione estiva e invernale che, tra sci e sport outdoor, portano all’esplosione del numero di interventi.

I dati dell'allarme

A un anno dall’introduzione del nuovo sistema, emerge l’allungamento nei tempi di evasione delle chiamate: ad alcune si dà risposta dopo ben 180 secondi.

Fp Cgil ribadisce poi l’allarme per la crescente fuga di medici e professionisti dalla sanità trentina. Chiede anche, per gli operatori della Centrale sanitaria, l’attivazione dello psicologo del lavoro per supportare chi è sottoposto quotidianamente a fortissimi stress professionali ma anche emotivi: inevitabili per chi presta soccorso a feriti e infortunati.