Cgil del Trentino ha partecipato, stamattina, all’incontro coi vertici della Cooperativa Mimosa, al momento guidata dal commissario liquidatore. Per il sindacato erano presenti tre sigle: Funzione pubblica con Roberta Piersanti, Filcams con Luigi Bozzato e Flai con Moreno Marighetti.
Tutelare i posti di lavoro
Il primo tema sul tavolo è quello del destino dei lavoratori. Sono 299 i dipendenti di Mimosa. Di questi, 251 conserveranno il posto di lavoro perché la maggior parte degli appalti affidati a Mimosa sono in capo a Consorzio Lavoro Ambiente, che li dirotterà verso un’altra cooperativa, garantendo l’occupazione. 20 sono professionisti del settore socio sanitario, 12 sono impiegati amministrativi, 7 sono incaricati degli allestimenti fiere e 9 delle pulizie. I 20 del settore socio sanitario saranno riassorbiti dall’ente che vincerà la nuova gara di appalto con l’azienda Sanitaria in forza della clausola sociale, mentre per gli altri 28 le incertezze sono molto più forti e servirà un ulteriore impegno da parte del sistema cooperativo, ammesso che ci sia la volontà.
Garantire gli stipendi di marzo
Altra questione fondamentale è quella delle retribuzioni. Tutti i lavoratori hanno percepito lo stipendio fino a febbraio e il 25 marzo è stato autorizzato l’esercizio provvisorio. Resta scoperto il periodo dall’1 al 24 marzo. «Ci è stato spiegato che i crediti maturati in quel periodo finiranno nella liquidazione complessiva della cooperativa. Per i lavoratori riassorbiti tramite il CLA quest’ultimo ha proposto una soluzione: sarà il Consorzio stesso a liquidare il dovuto ai lavoratori in tempi brevi. Resta un problema da risolvere: si sta infatti cercando la forma giuridica più adeguata per dare seguito a questa decisione. Auspichiamo che questo avvenga in tempi rapidi».
Serve un impegno aggiuntivo
Per gli altri lavoratori la Fp, la Flai e la Filcams Cgil ritengono necessario che anche l’Azienda sanitaria si attivi per trovare soluzioni per i 20 operatori che continueranno a lavorare all’interno del sistema degli appalti socio sanitari. Ma più di tutto preoccupa il destino dei 28 che non sono legati ad appalti pubblici o contratti dal CLA: non solo le garanzie di continuità occupazionale sono meno concrete, ma potrebbero dover attendere la conclusione delle operazioni di liquidazione per poter incassare gli stipendi di quei 24 giorni di “buco” che si è venuto a creare nel mese di marzo. Bollette, rate del mutuo e la busta della spesa bisogna pagarle oggi e non aspettano i tempi della procedura. «Chiediamo dunque uno sforzo ulteriore a tutti gli interlocutori in campo: per garantire il pagamento di tutte le buste paga e la ricollocazione di tutti i lavoratori».