Prendiamo atto di una convocazione per il 9 ottobre dei soggetti “firmatari” del protocollo
del 18 luglio per illustrare le “Direttive” che la giunta si appresterebbe ad impartire all’Apran per il
rinnovi dei contratti pubblici trentini, da cui è esclusa la Fp Cgil in quanto non firmataria.
In sostanza, se non sei d’accordo con me ti escludo dalle relazioni politico-sindacali:
s’inaugura un metodo che tende a marchiare con l’esilio e magari col pubblico ludibrio i portatori
di idee diverse o i soggetti che non condividono le scelte politiche di questa giunta.
Varrebbe la pena di ricordare che in relazione al primo protocollo politico di questa giunta –
stavolta firmato dalla Fp Cgil nel gennaio 2020 – alle fasi di interlocuzione politica successive
furono ammesse TUTTE le sigle rappresentative dei comparti pubblici, firmatarie e non
firmatarie di quell’accordo politico, e doverosamente, aggiungiamo noi.

Invece adesso si cambia registro, forse perché tra i non firmatari – pochi in realtà – figura la Fp Cgil che quell’accordo del 18 luglio ha fortemente migliorato nella trattativa ma che infine non ha potuto sottoscrivere per la debolezza degli impegni assunti, per le poche risorse in gioco e per la indeterminatezza dei finanziamenti, oltre che per la mancata espressa previsione che si trattasse in ogni caso di un mero anticipo sui futuri rinnovi contrattuali.

Le risorse stanziate con la legge di assestamento di agosto confermano purtroppo quanto
sostenevamo: disponibili solo 15 milioni per il 2023 e 5 milioni dal 2024 e il resto si vedrà,
con provvedimenti legislativi non meglio definiti, precostituendo in tal modo un impegno che la
nuova giunta che uscirà dalle elezioni potrebbe legittimamente non onorare, in quanto non
contratto direttamente.
Ma si tratta di un’enormità anche dal punto di vista più strettamente tecnico, perché le
Direttive della Giunta all’Apran per il rinnovo dei contratti – oltre al fatto che non sono mai
state oggetto di pubblicità e momenti solenni ma, si sa, incombono le elezioni – non possono in
alcun modo riguardare i soli firmatari di un protocollo politico ma TUTTI i soggetti
sindacali rappresentativi nei comparti, e dunque anche la Fp Cgil che siede ai tavoli negoziali
delle Autonomie Locali, della Sanità e della Ricerca.

E dunque questa volontà ad escludendum s’infrangerà miseramente in sede di trattative
negoziali in sede Apran, cosa di cui sono ben consapevoli Giunta, Apran e il Dipartimento
Organizzazione, Personale e Affari Generali della Provincia che materialmente ha confezionato gli
inviti.
Ma tant’è: l’importante è inaugurare l’era del muso duro – con me o contro – e dare il
contentino ai firmatari.
Naturalmente da parte nostra continuiamo a rilanciare le nostre richieste: rendere
strutturale l’una tantum dei 35,6 milioni prevista per il solo 2023 e prevedere aumenti contrattuali
– a partire dal 2022 – adeguati agli indici inflattivi dei singoli periodi che nel triennio arrivano al
18%, e non certo del 6,31% previsto a regime dal 2024, utilizzando parte dei 468 milioni saltati
fuori dalla trattativa con lo stato.
E non abbiamo alcuna ansia di partecipare a passerelle, attendiamo con pazienza le
direttive che valuteremo in concreto, e seriamente, con la responsabilità che abbiamo
nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori, a prescindere dalla giunta di turno.