L’assemblea della Fp Cgil del Trentino sui temi del rinnovo dei contratti pubblici per il triennio 22/24 e sul protocollo politico del 18 luglio, non sottoscritto dalla CGIL, che ha visto la partecipazione di oltre 500 lavoratrici e lavoratori tra collegati in videconferenza e presenti in sala, ha fatto registrare piena adesione alle ragioni che hanno portato la nostra organizzazione a quella scelta.

Dati alla mano, con il dato inflattivo del biennio 22/23 che si sta attestando intorno al 15%, risulta difficilmente comparabile il 6,3% previsto a regime dal 2024, che non copre neppure il 2022. Da qui la nostra reiterata richiesta, sia nella piattaforma unitaria che nella trattativa negoziale, di ritenere le somme stanziate un anticipo dei futuri aumenti contrattuali e prevedere, come accade nella vicina Bolzano, una verifica col Sindacato per quantificare gli scostamenti tra inflazione programmata e quella reale e provvedere con ulteriori stanziamenti.

Le dichiarazioni del Presidente Fugatti della scorsa settimana che, in Consiglio Provinciale, ha voluto precisare quanto evidentemente non chiaro sul Protocollo, ovvero della necessità di una verifica successiva – soprattutto sul 2022 – per l’integrazione delle risorse necessarie a coprire adeguatamente il triennio, dimostrano in modo lampante che la CGIL aveva ragione sul punto. Non si comprenderebbero altrimenti le ragioni di una tale precisazione. In questo solco dunque continueremo a lavorare, così come per rendere strutturale l’una tantum del 2023 anche per gli anni successivi, come abbiamo precisato nelle note a verbale allegate agli accordi per la sua erogazione che, ragionevolmente, dovrebbe avvenire in settembre. Respingiamo pertanto al mittente le accuse mosse da alcune sigle firmatarie: alcun pregiudizio politico nei confronti di chicchessia ma, come abbiamo sempre fatto, valutazioni nel merito, chiarezza ed esigibilità degli impegni impegni presi con lavoratrici e lavoratori. Nessuno ha mai rifiutato risorse per il comparto, né tantomeno si è mosso nell’esclusivo intento di far saltare il tavolo, ne sono prova i miglioramenti della proposta – a partire dall’aumento delle risorse sul 2022 (+15 milioni), il mancato assorbimento della vacanza contrattuale, lo stanziamento di 15 milioni di euro per l’ordinamento professionale, l’aumento del buono pasto – ottenuti anche grazie al lavoro pressante della CGIL. Fp Cgil sta al merito delle questioni: un’inflazione di dimensioni straordinarie sta mettendo a dura prova la possibilità di spesa di lavoratori e famiglie, una spirale alimentata dagli effetti della crisi economica ma anche climatica sui beni di prima necessità oltre che da importanti speculazioni. Per questo occorrono, per tutelare i salari e diritti, atti negoziali chiari, esigibili, incondizionati e coerenti col percorso intrapreso con lavoratrici e lavoratori.