Nei giorni scorsi abbiamo riferito dell’assenza, nelle relazioni sindacali, di Regina srl. La società è acquirente della Rsa Sacra Famiglia di Arco, dalle Piccole suore della Sacra Famiglia. Dopo l’uscita sui giornali e dopo una diffida a procedere per comportamento antisindacale, finalmente Regina srl manda una comunicazione a Fp Cgil, ma peggior comunicazione non ci poteva essere: la società annuncia il recesso dal contratto preliminare «per causa ad essa non imputabile, di cui è venuta a conoscenza successivamente all’incontro tenutosi in data 15 settembre». Annuncia poi che, in caso di ulteriore evoluzione della situazione, terrà aggiornato il sindacato.
Completamente smarriti, da un tale comportamento, i 58 lavoratori che, sul luogo di lavoro, hanno trovato un cartello con una analoga comunicazione. Roberta Piersanti, che per Fp Cgil segue in prima persona la vicenda fin dall’inizio, spiega: «Se decisamente discutibile era stato il comportamento adottato finora da Regina srl, queta nuova comunicazione palesa una preoccupante opacità. Quali sono le cause che portano al recesso? Perché non ne è mai stata data comunicazione? Come si può decidere unilateralmente un recesso di questo tipo senza coinvolgere né la controparte né i rappresentanti dei lavoratori?»
Mentre la situazione alla rsa si fa incerta e carica di tensione, Piersanti spiega ancora: «Domani è fissato un incontro tra il venditore e l’acquirente del ramo d’azienda: non siamo stati invitati ma ci aspettiamo informazioni tempestive rispetto ai contenuti della riunione. Ciò che è particolarmente grave è che chi lavora in questa rsa, da mesi, si vede respingere in qualunque richiesta: chi vende dice che è competenza di chi sta per comprare, ci doveva comprare si è sempre negato a ogni tentativo di interlocuzione».
La situazione, chiaramente, è in divenire e Fp Cgil ha tutta l’intenzione di tutelare i 58 lavoratori che gestiscono, al momento, 60 ospiti. «Questo strano gioco di lasciare le persone senza un interlocutore, in una sorta di limbo in cui non si sa di chi sia effettivamente la proprietà, arriva in un momento già gravato dalle sospensioni. Ribadiamo che se la situazione non si evolverà positivamente nelle prossime ore, ci vedremo costretti ad agire tutti gli strumenti di tutela possibili, sindacali e giudiziari».