Abbiamo ascoltato oggi dal Presidente Fugatti la volontà di procedere, in assestamento di
bilancio, a stanziare risorse per il triennio 25/27 per consentire al comparto pubblico
trentino di riacquistare attrattività e ai dipendenti pubblici trentini potere d’acquisto dei
salari.
Rinnovare il contratto collettivo di lavoro alla scadenza (31/12/2024) e non anni dopo,
come normalmente accade, sarebbe un fatto nuovo da salutare con estremo favore. A
condizione tuttavia che si chiuda il pregresso triennio 22/24, per il quale siamo ancora in
campo per l’adeguamento delle risorse, insufficienti, che sono state sinora stanziate. In
caso contrario si renderebbe definitivo il gap tra il 6,31% sinora erogato e il 15,4%
dell’indice IPCA attestato per ultimo dall’Istat a giugno nel 22/24, di cui 6,6% per il 2022,
6,9% per il 2023 e il tendenziale 1,9% per il 2024.
Occorre quindi dare seguito agli impegni assunti dallo stesso Presidente Fugatti sulla
necessità di una verifica dello scostamento tra quanto stanziato per il CCPL 22/24 e
l’inflazione reale e prevedere risorse aggiuntive, a partire proprio dall’assestamento di
bilancio.
Inoltre, abbiamo fatto presente al Presidente come siano tuttora necessarie risorse per la
revisione degli ordinamenti professionali, nel frattempo dirottate sui sistemi indennitari, e
per l’armonizzazione dei contratti pubblici trentini e degli accordi di settore al fine di
fermare la fuga da un settore all’altro per l’acquisizione di condizioni di maggior favore
retributivo e/o di minor disagio lavorativo.
In tal senso siamo naturalmente pronti a sederci al tavolo di discussione, altrimenti si
andrebbe in direzione contraria alla realtà dei fatti ed alle stesse dichiarazioni di impegno
del Presidente Fugatti, con conseguente ulteriore perdita di attrattività del comparto che
stenta a trattenere e ad attirare i giovani ai concorsi.