Al termine dell’incontro in assessorato della Salute con l’assessora Segnana, il dirigente Ruscitti e la struttura di supporto, presidenti e direttori di Upipa e Spes in relazione allo stato di difficoltà in cui versano le case di riposo trentine anche a seguito delle sospensioni già in vigore e quelle in arrivo entro fine mese, Luigi Diaspro (Fp Cgil) e Giuseppe Pallanch (Cisl Fp) esprimono delusione per l’assenza di fatti e impegni concreti sul settore, a partire da un metodo di lavoro che deve prevedere la presenza dei rappresentanti dei lavoratori.
Il quadro è complicato e servono azioni concrete per mantenere il livello alto di qualità dei servizi trentini. Invece che dare risposte, sono aumentate le domande e l’incontro si è rivelato stucchevole: nessuna risposta su soluzioni organizzative di breve e medio periodo, a partire dalla copertura dei turni nelle diverse Rsa. I parametri minimi che si stanno applicando, l’utilizzo improprio di personale per mansioni diverse da quelle previste dal profilo professionale – dicono le funzioni pubbliche di Cgil e Cisl – sono urgenze che ci vengono rilevate ogni giorno, con intuibili ricadute sugli ospiti delle case di riposo. Non si possono aumentare i numeri e i parametri per rimodulare l’organizzazione facendo finta di nulla: serve un piano attuabile e da valutare; i tempi sono già stretti e una pianificazione dei fabbisogni è urgente.
Sui contingenti di accesso alla professione infermieristica e Oss ci sono stati preannunciate implementazioni a partire dai prossimi anni ma non nell’immediato e questo è un problema.
Un altro punto ritenuto, dai sindacati, imprescindibile è quello legato alle condizioni giuridiche e retributive, al riconoscimento professionale, al rinnovo del contratto. «È un aspetto prioritario. I sacrifici di queste lavoratrici e di questi lavoratori devono essere riconosciuti e compensati: si devono sbloccare i 3.400.000 euro per garantire gli impegni del contratto collettivo e l’aggiornamento delle indennità specifiche contrattuali. Il rinnovo del contratto di lavoro scaduto è una base di partenza solida e non più rinviabile. Invece l’assessora Segnana continua a dire che riporterà le nostre richieste ai tavoli competenti, senza assumere alcun impegno neppure per la chiusura delle code contrattuali del triennio 2016/2018.
Abbiamo mandato dalle lavoratrici e dai lavoratori per procedere con la mobilitazione, sono mesi che attendiamo risposte, che non arrivano in alcun modo. L’incontro di oggi è stata l’ennesima occasione sprecata per dire che si è incontrato il sindacato. Ma incontri di questo tipo non servono a nulla se non tracciano una prospettiva di lavoro condiviso. Continueremo con la mobilitazione a partire dal 26 ottobre in Piazza Dante con tutte le lavoratrici e i lavoratori del pubblico impiego trentino» concludono Diaspro e Pallanch.