Questo pomeriggio la Funzione pubblica Cgil del Trentino, col segretario generale Luigi Diaspro, ha partecipato al tavolo di aggiornamento sulla cessione del ramo d’azienda Rsa Sacra Famiglia di Arco: una vicenda che aveva lasciato letteralmente nel “limbo” una sessantina di lavoratori (per altrettanti ospiti) che nel frattempo hanno continuato a prestare regolare servizio pur nell’incertezza del proprio destino e del proprio datore di lavoro.
I fatti recenti
Ricordiamo in sintesi i fatti. A ottobre la Rsa Sacra Famiglia di Arco, fino ad allora gestita dalle Piccole suore della Sacra Famiglia, stava cambiando proprietario, con l’acquisizione del ramo d’azienda da parte di Regina srl, gruppo che partecipa anche alla gestione della Casa di cura Villa Regina. Poche erano state le informazioni fornite in quell’occasione alla Fp Cgil, che pure aveva più volte richiesto trasparenza e chiarezza. In quelle fasi concitate, poi, arrivò la comunicazione, di Regina srl, del recesso dal contratto preliminare «per causa ad essa non imputabile, di cui è venuta a conoscenza successivamente all’incontro tenutosi in data 15 settembre». Nei mesi seguenti si è poi appurato che la difficoltà era connessa alla proprietà dell’immobile che ospita la Rsa: l’edificio era infatti della Provincia.
Lo stato attuale e le prossime scadenze
Ricordiamo in sintesi i fatti. A ottobre la Rsa Sacra Famiglia di Arco, fino ad allora gestita dalle Piccole suore della Sacra Famiglia, stava cambiando proprietario, con l’acquisizione del ramo d’azienda da parte di Regina srl, gruppo che partecipa anche alla gestione della Casa di cura Villa Regina. Poche erano state le informazioni fornite in quell’occasione alla Fp Cgil, che pure aveva più volte richiesto trasparenza e chiarezza. In quelle fasi concitate, poi, arrivò la comunicazione, di Regina srl, del recesso dal contratto preliminare «per causa ad essa non imputabile, di cui è venuta a conoscenza successivamente all’incontro tenutosi in data 15 settembre». Nei mesi seguenti si è poi appurato che la difficoltà era connessa alla proprietà dell’immobile che ospita la Rsa: l’edificio era infatti della Provincia.