Il segretario generale della Fp Cgil del Trentino, Luigi Diaspro, condanna con decisione la misura, di cui si apprende oggi dai quotidiani, dell’abbassamento dei requisiti minimi per l’assistenza infermieristica nelle case di riposo.
Tre forti critiche
«La misura adottata dalla Provincia, con la riduzione di un terzo degli infermieri nelle case di riposo, è una totalmente sbagliata e altrettanto contraddittoria rispetto ai bisogni e alla qualità dell’assistenza agli utenti da un lato e di sostenibilità di carico di lavoro dei professionisti dall’altro. Per cui condanniamo il provvedimento in quanto tale.
Ma c’è di più: se questo è il livello delle scelte e delle strategie prodotte da dirigenti che, spesso e in maniera molto disinvolta, si aumentano gli stipendi, ebbene è proprio il caso di smettere di concedere questi generosi aumenti visto che le scelte sono le più banali, sbagliate e senza visione di lungo respiro che si possano prendere.
Terzo elemento: ancora una volta assistiamo all’ennesimo colpo di mano di Provincia e Azienda sanitaria che, di nuovo, evitano il confronto sindacale e, piuttosto, preferiscono qualche incontro con gli ordini professionali. Chiariamolo ancora una volta per chi finge di non saperlo: ordini e sindacato sono entità diverse e con funzioni diverse. È sempre più chiaro che questa giunta provinciale e il suo apparato amministrativo non hanno alcuna intenzione di affrontare con serietà, all’interno di un tavolo competente e che comprenda tutte le parti in gioco, il tema della sanità trentina.
Per cui condanniamo merito e metodo di questa sciagurata decisione e chiediamo un immediato confronto perché questa misura mina la qualità dell’assistenza e peggiora le condizioni di lavoro delle persone che, nonostante tutto e dopo due anni e mezzo di pandemia, continuano comunque ad assicurare i servizi».