Diaspro e Cont: «Le attuali 117 sospensioni vengono “assorbite”, ma quando saranno un migliaio la situazione sarà esplosiva: l’emergenza grava su carenze strutturali da noi più volte denunciate»
La situazione riferita dai vertici dell’Apss Gherardini, Benettollo, Magnoni e Zuccali, assente purtroppo il direttore generale Ferro, è stata dagli stessi definita di estrema fluidità perché soggetta a ulteriori valutazioni su un numero consistente di personale non vaccinato (circa un migliaio) che, da lunedì, sarà raggiunto da lettere di accertamento da parte dell’Apss.
Nell’attuale situazione, con un numero a oggi di 117 provvedimenti emessi tra cui 67 per professionisti sanitari di cui 2 medici e 50 oss per l’Apss, distribuiti tra varie strutture e sedi, non si rilevano particolari difficoltà se non in 2 o 3 strutture che saranno riorganizzate nel rispetto dei contingenti minimi di assistenza e dei carichi di lavoro del personale.
Il problema invece si aggraverà certamente coi prossimi provvedimenti in itinere, che potranno effettivamente comportare difficoltà di assicurare i servizi. Per questo l’Apss farà ricorso alle graduatorie attive per oss, tecnici di laboratorio, radiologia e ostreticia, mentre la situazione è più complicata per quanto riguarda gli infermieri che potranno essere eventualmente reperiti , in estrema ratio, con somministrazioni.
La Fp Cgil, col segretario Luigi Diaspro e il funzionario Marco Cont, ha sottolineato il tema della strutturalità della carenza di personale e il problema della tempestività di informazioni che il sindacato deve invece, al momento, assumere sui media.
Le sospensioni intervengono su una situazione dunque già di grave difficoltà per il personale allo stremo da 18 mesi e, a quanto consta, in assenza di un piano preventivo di intervento, quanto meno conosciuto dalle organizzazioni sindacali.
Per questo il primo obiettivo è di assicurare la qualità del servizio e sostituire il personale sospeso affinché i carichi di lavoro non ricadano sul personale responsabilmente vaccinato, per il quale va previsto un sistema premiale che possa riconoscerne il lavoro in questa fase. In secondo luogo abbiamo chiesto, vista la fluidità della situazione, un periodico aggiornamento del tavolo permanente per comprendere l’impatto delle nuove e più numerose sospensioni.
«Infine abbiamo ribadito la necessità di porre mano al sistema in modo strutturale e non emergenziale, per dare garanzie e opportunità ai lavoratori e ciò a partire dal rinnovo del contratto di lavoro e dalla revisione dell’ordinamento professionale, in assenza dei quali il sistema sanitario trentino non potrà attrarre professionisti sul territorio».