FP CGIL: investimenti urgenti per l’Assistenza Domiciliare di anziani e fragili – A rischio il servizio presso le Comunità di Valle mentre il Terzo Settore annaspa.

Le code all’alba per un posto sollievo dei 60 in “palio” viste nei giorni scorsi presso gli uffici del servizio sociale del Comune di Trento fotografano in modo plastico e desolante la gravità del tema dell’assistenza e presa in carico degli anziani sul territorio, che una procedura discutibile da tutti i punti di vista ha avuto se non altro il merito di rendere evidente.

così Luigi Diaspro e Masha Mottes della Fp Cgil del Trentino.

La mancanza di posti presso le residenze private e/o le stesse tariffe applicate (intorno ai 4 mila euro), il continuo invecchiamento della popolazione fanno emergere sempre di più l’insufficienza delle risposte disponibili sul territorio, a più livelli, poiché non si può pensare alle Case di Riposo quale unica risposta a questo trend.

L’assistenza domiciliare, ad esempio, servizio gestito dalle Comunità di Valle, per anni fiore all’occhiello per qualità e appropriatezza degli interventi, sta subendo da tempo un progressivo e silente smantellamento per il quale occorre ristabilire cause e responsabilità politiche.

Si tratta di personale pubblico, alle dipendenze delle Comunità, e personale privato dipendente dalle Cooperative in appalto, che svolge un lavoro delicatissimo e prezioso presso il domicilio dei nostri anziani e utenti fragili per attività mirate di sostegno, con uso spesso del mezzo proprio e difficoltà anche al riconoscimento delle ore di spostamento (settore privato).

Il personale pubblico ha mediamente un età avanzata, in molti casi ha delle limitazioni fisiche a causa della particolare gravosità delle attività e, allo stesso tempo, non vi sono concorsi pubblici da anni, con la conseguenza abbastanza intuibile di un progressivo depauperamento del servizio pubblico per gli anziani per i quali, appunto, ci si rivolge poi quasi esclusivamente alle strutture RSA. Alcune Comunità di Valle non fanno bandi pubblici dagli anni ‘90: nei territori più disagiati e lontani si potrebbero creare posti di lavoro di interesse anche per la popolazione del luogo. In molti casi poi, quando i servizi vengono esternalizzati (non scelta obbligata ma diretta conseguenza della mancanza di investimenti e programmazione) i dipendenti pubblici vengono riassegnati in altre zone con svilimento della professione e i conseguenti disagi del caso.

Ma lo stesso Terzo Settore è in grave affanno: retribuzioni e tutele contrattuali molto più basse del pubblico determinano un continuo turn over, in un servizio che ribadiamo dovrebbe al contrario garantire stabilità e continuità assistenziale, condizioni degli appalti che scaricano sui lavoratori il rischio d’impresa (l’assenza/indisponibilità dell’assistito viene spesso posta a carico del lavoratore) oltre a condizioni di lavoro e retributive disomogenee determinano dumping insieme a precarietà lavorativa e scadimento della qualità e quantità dell’offerta del servizio pubblico.

E’ necessario e urgente che si inverta la rotta e si proceda con investimenti massicci sul sistema, per un piano straordinario di assunzioni nel pubblico ed una revisione dei criteri di composizione dei costi degli appalti, a partire dell’equiparazione giuridica e retributiva pubblico – privato. Attendiamo ancora una convocazione dell’Assessore Tonina, che ad oggi si è mostrato sordo alle nostre richieste di incontro

concludono i Sindacalisti.