L’incontro in Apran di questo pomeriggio – convocato sulla base delle Direttive di Giunta
dello scorso 6 ottobre – ha fatto registrare la solita ansia da prestazione per sottoscrivere
la qualsiasi, a dispetto dell’assoluta incertezza delle tempistiche nell’erogazione delle
risorse che, ricordiamo, non sono ancora stanziate.

Ricordiamo in breve le Direttive:

Dei 115 milioni previsti dall’assestamento di bilancio di agosto per il 2022/2023
(corrispondenti, lo ricordiamo, al 2,72% per il 2022 e al 3,75% per il 2023) e dei
105 milioni a regime dal 2024 (pari al 6,33%), oltre ai 15 milioni per l’ordinamento
professionale e ai 2 milioni per l’adeguamento dei buoni pasto a 7 euro, a bilancio ci
sono solo 15 milioni per il 2023 e 5 milioni a partire dal 2024.
In base all’intesa del 25 settembre (Accordo di San Michele) tra Stato e Province
Autonome di Trento e Bolzano, 40 milioni sono assicurati dallo stato per l’anno
2023 mentre la restante parte dei 468 milioni complessivi verrà riconosciuta negli
esercizi dal 2024 al 2027.
• Nelle more dello stanziamento delle ulteriori risorse contrattuali per rinnovare i
contratti 2022/2024 con le prossime manovre di bilancio (e questo è il punto
fondamentale) si impartiscono le Direttive in Apran per procedere con “intese
tecniche” per l’utilizzo delle risorse (previste ma non ancora stanziate) individuate
dalla legge di assestamento.
Nelle Direttive si dà in ogni caso atto che le “intese tecniche / ipotesi di accordo” in
questione potranno essere ridefinite in relazione alle tempistiche di attribuzione
delle risorse da parte dello Stato.

Si tratta evidentemente di un unicum nella storia delle contrattazioni per il rinnovo dei contratti pubblici, ovvero le parti che devono negoziare senza certezza delle risorse realmente disponibili, per addivenire ad ipotesi di accordo che potranno – come scritto nero su bianco – essere ridefinite successivamente in base alle risorse effettivamente versate da Roma.

Fatta questa doverosa premessa, così come ampiamente ribadita al tavolo, la Fp Cgil ha
respinto una prima richiesta di sottoscrivere una mera tabella di ripartizione delle risorse
in base alle previsioni della legge di assestamento come sopra riportata senza un
richiamo minimo alla necessità di verificare le tempistiche del finanziamento.
Per questo motivo, abbiamo chiesto e ottenuto che almeno ci fosse un impegno a
incontrare la nuova Giunta per comprendere quali saranno le modalità di finanziamento
e con quali tempistiche, oltre ad allegare correttamente due tabelle di esposizione degli
aumenti, una complessiva comprendente l’IVC già in godimento e l’Una Tantum già
erogata con la variazione di bilancio e una seconda al netto che entrerà in concreto in
busta paga.

Si è dunque trattato di un mero passaggio ricognitivo-tecnico e irrituale, che non affronta naturalmente il tema vero del recupero del potere d’acquisto dei salari (soprattutto per il 2022) che, nel triennio, fa i conti con un’inflazione tra il 15 e il 18%.

Tuttavia – al fine di non consegnarci alla strumentalizzazione e agli alibi per presunti
ritardi causati nel percorso – ritardi tanto inesistenti quanto risibili visto che la Giunta
non è ancora insediata e, parafrasando Apran, si sarebbe ben potuto attendere una
ventina di giorni per incontrarla e avere maggiore chiarezza e certezza del percorso

la Fp Cgil ha sottoscritto l’intesa tecnica per tabelle che non fanno altro che ripartire le risorse attualmente previste, esigue e insufficienti e che devono – come abbiamo ampiamente ribadito – costituire un mero anticipo dei futuri aumenti contrattuali.

Con l’impegno – quantomeno – ad incontrare la nuova Giunta per assumere impegni su
tempistiche certe e, per quanto ci riguarda, per la verifica dello scostamento tra quanto
in anticipo e l’inflazione reale nel triennio, come peraltro dichiarato dallo stesso
Presidente Fugatti in sede di discussione di bilancio al Consiglio Provinciale.