«La Dibiasus Srl di Bolzano subentra alle Cooperative Vales e la Ruota di Trento nell’appalto per il trasporto di circa 170 disabili in provincia e, con metodo disinvolto e arrogante, mette in atto procedure unilaterali di assunzione diretta di personale, in spregio sia alle norme sulle clausole sociali previste dalla legge provinciale sugli appalti (Lp 2/2016) sia alle norme contrattuali che prevedono il confronto sindacale». In relazione al cambio di appalto in corso intervengono per la Fp Cgil il Segretario generale Luigi Diaspro e la Segretaria provinciale Roberta Piersanti.
«A due giorni dall’avvio dell’appalto non si conoscono: livelli retributivi assicurati, riconoscimento anzianità, monte ore garantito, esclusione del periodo di prova; tutto in piena violazione delle più elementari norme che presiedono ai cambi di appalto. Questo è il biglietto da visita di un’azienda che si presenta in Trentino per gestire un servizio sociale fondamentale.
La violazione sistematica e impunita delle norme a tutela del lavoro (già saccheggiate e annichilite da un ventennio di legislazione costantemente contro il lavoro e a favore delle imprese, a partire dalla precarizzazione dei rapporti con l’assoggettamento totale del lavoratore divenuto pura merce in un mercato senza regole cui persino la filiera della Cooperazione Trentina fa spavaldo riferimento – vedi Sait) non ci coglie affatto di sorpresa.
Fp Cgil «Dibiasus spadroneggia e la Provincia non interviene sul mancato rispetto delle proprie leggi»
Pure in Trentino, e da qualche anno, esternalizzazioni e cambi di appalto nei servizi pubblici comportano sempre più questioni enormi in termini di tutela dei livelli occupazionali, retributivi e delle salvaguardie normo giuridiche e professionali. Fp Cgil seguirà a tutti i livelli l’evoluzione della vicenda a partire da valutazioni legali sull’attività antisindacale, ma quale può e deve essere il ruolo delle stazioni appaltanti e della stessa Autonomia speciale?
È incredibile che, malgrado informata tempestivamente della vicenda e richiesta espressamente di intervento per ricondurre l’azienda alle normali prassi, né il dipartimento né l’assessorato abbiano preso alcuna iniziativa, evidentemente convinti che – giustappunto – è il libero mercato, bellezza, e si salvi chi può!
Per non parlare della drammatica vicenda Sait, dove la latitanza della politica trentina sta consentendo a filiere “produttive” come il sistema cooperativo, che godono di benefici fiscali e contributivi di rilievo, di comportarsi come un vero e proprio padrone delle ferriere, altro che valori di don Guetti sempre tirato in ballo sotto i riflettori delle occasioni pubbliche. E tacendo in questa sede delle questioni del Muse, di cui nella cronaca recente.
Ecco, il tema che poniamo in questa straniante campagna elettorale nazionale cui seguirà quella provinciale: ma il lavoro, la dignità del lavoro, il lavoro che emancipa dai bisogni materiali e rende l’uomo libero, è chimera assodata nel secondo millennio? E lo è anche per l’Autonomia speciale del Trentino, o questa può provare a farsene carico anziché seguire (ergo favorire) una deriva generalizzata dove lavoro uguale sfruttamento, schiavismo e persino preda della criminalità organizzata?»