COMUNE TERRE D’ADIGE: Inaccettabili le parole di Sindaco e Vice Sindaco e di tutta la Giunta nei confronti del personale dipendente. Quando l’incapacità della politica cerca il capro espiatorio.

Lassismo, superficialità e poco rispetto del ruolo sono accuse inaccettabili che vanno rimandate al mittenti, insieme all’arroganza di questi signori, incapaci di comprendere che l’organizzazione del lavoro deve mettere al centro il benessere lavorativo, la formazione e la conciliazione vita lavoro, soprattutto in piccoli enti poco attrattivi come i comuni.

così Luigi Diaspro S.G. della Fp Cgil del Trentino in relazione alle parole espresse dalla giunta del comune di Terre D’Adige nei confronti dei dipendenti.

I servizi territoriali erogati dal personale sono, in particolare nei piccoli enti, strettamente legati alla collaborazione con la parte politico istituzionale, nella quale non è infrequente rilevare irrigidimento e pregiudizio nei confronti dei dipendenti pubblici. Tuttavia, vedere questi giudizi espressi nero su bianco in una lettera scritta alla Vigilia di Natale è una cosa senza precedenti che mette in discussione – dal nostro punto di vista – non tanto l’etica di lavoratrici e lavoratori che appaiono in buona sostanza una sorta di parassiti o sabotatori, quanto gli stessi censori politici per la implicita sostanziale ammissione di incapacità di gestione del personale e dell’organizzazione del lavoro.

Il comune di Terre d’Adige, frutto di una fusione avvenuta nel 2019 tra i comuni di Zambana e Nave San Rocco ha subito una penalizzazione degli organici e già da qualche anno soffre di un amplissimo turn over. Già questo dovrebbe interrogare: perché chiedono di andare via? Ci sono sicuramente esigenze di riavvicinamento a casa, miglioramento economico etc. peraltro più che legittime, ma quello che a noi risulta è fondamentalmente un clima di lavoro pessimo che non favorisce in alcun modo gli inserimenti di personale cui, allo stesso tempo, si attribuiscono spesso incarichi di elevate responsabilità senza adeguata formazione. Situazione ormai cronicizzata che non può non impattare sulla qualità ed efficacia dei servizi. Per questo siamo d’accordo su un unico punto della nota: la denuncia di “carenza organizzativa e di coordinamento” che, fino a prova contraria, è responsabilità di chi dirige e non certo di chi esegue.

Come Fp Cgil abbiamo faticosamente concluso una concertazione sull’orario di lavoro, con una forte mediazione rispetto alle richieste del personale fondate proprio sulla conciliazione familiare e sulla residenza lontano dal comune, ponendoci come interlocutori per soluzioni condivise nel provare a migliorare la situazione. Ma appare evidente che manchino gli strumenti fondamentali perché ciascuno faccia la propria parte. La cura del benessere lavorativo – che può realmente fare la differenza nella scelta di rimanere in un posto di lavoro anche a fronte di offerte economicamente più vantaggiose – è decisamente ignorata o quantomeno sottovalutata, così come la pretesa che personale neo assunto possa assumere immediatamente responsabilità per competenze elevate è una forzatura oltre che controproducente, visto che gli effetti spesso sono quelle delle dimissioni o del trasferimento. Per non parlare del personale che ha gestito in prima linea le fasi della fusione.

Ecco, se ci si interroga ancora sui motivi per cui si fa fatica a reclutare personale nei comuni, i fatti di Terre D’Adige sono esemplificativi, con l’aggiunta di un inaccettabile atto d’accusa infamante che va respinto al mittente.