Primo incontro oggi con l’Assessore Spinelli sul finanziamento dei contratti pubblici, dopo la recente manovra di variazione di bilancio che ha previsto l’“una Tantum” di 35,6 milioni per il solo 2023.
I 300 milioni preannunciati nei giorni scorsi dal Presidente Fugatti – quale presa d’atto delle nuove rilevazioni sull’inflazione – sono quindi stati dettagliati nel modo seguente: 100 sul biennio 22 – 23 (pari all’1,87% del monte salari) ed altrettanti 100 per ciascuno degli anni 2024 e 2025 (pari al 5,62% a regime dal 2024), destinati agli adeguamenti contrattuali, al trattamento accessorio e all’ordinamento professionale. In soldoni, si tratterebbe di circa 40 euro lordi (25 euro netti medi mensili) per il 22/23 e di 120 euro lordi dal 2024 (75 euro netti medi mensili), in realtà meno perché le stesse risorse sono destinate anche alle altre voci sopra indicate.
Si tratta evidentemente di una proposta ben lontana dalla realtà economica del Paese e del Trentino, con un’inflazione nel triennio 2022/24 oltre il 18% e l’indice IPCA – dato Istat depurato dai costi energetici di riferimento per i rinnovi contrattuali – del 16,1%.
Nei nostri interventi abbiamo sottolineato la distanza della proposta rispetto alla necessità di rafforzare il potere d’acquisto dei salari falcidiati dall’inflazione del triennio, per risorse che risultano addirittura inferiori a quelle per il triennio 19/21 (5% sul solo tabellare più arretrati e progressioni) e chiesto risposte adeguate al grave momento di difficoltà di chi vive di salario e pensioni, a partire prioritariamente dal rendere strutturale l’“una Tantum” di 35,6 milioni per l’intero triennio e dall’individuare risorse certe, distinte e aggiuntive per il sistema di classificazione e la revisione dell’ordinamento professionale, come peraltro risulta da impegni specifici della giunta nel protocollo del 15 dicembre 2021 e in quello precedente del gennaio 2020. Difficile parlare di attrattività del sistema pubblico trentino se poi le scelte sono queste.
L’Assessore ha quindi aggiornato il tavolo, specificando le difficoltà del bilancio pubblico nel reperire risorse per finanziare i contratti dei pubblici dipendenti.
Sul tema buoni pasto, per il quale avevamo chiesto unitariamente un incontro urgente per affrontare i gravi problemi insorti a seguito dell’entrata in vigore del nuovo sistema di gestione, con gli esercenti che disdettano le convenzioni per l’aumento delle commissioni da
zero col precedente sistema in house al 7,23% attuale, creando un diffuso disagio ai dipendenti che non riescono a fruire di un servizio sostitutivo di mensa che, ricordiamo, costituisce un preciso obbligo per il datore di lavoro, è stato calendarizzato un incontro il prossimo 19 giugno per trovare soluzioni tempestive e condivise, tra cui la possibilità di rinnovare il rimborso in busta paga come fatto durante il lock down, opzione tuttavia da verificare.
Vi terremo aggiornati